venerdì 29 gennaio 2016

Rihanna stupisce tutti, a sorpresa esce il nuovo album "Anti"

Per la seconda volta in due giorni, Rihanna stupisce tutti. Dopo aver pubblicato ieri senza preavviso il singolo "Work", oggi arriva a sorpresa l'atteso album "Anti", annunciato sui suoi profili social. Il disco comprende 13 tracce, e al momento è disponibile soltanto in streaming o in download gratuito sulla piattaforma Tidal. Domani, 29 gennaio, ne sarà rilasciata una versione deluxe con 16 tracce.

L'album sarà in free download per 24 ore. Scorrendo la scaletta si nota che non sono compresi i brani "FourFiveSecond", "Bitch Better Have My Money" e "American Oxygen" che erano usciti negli ultimi mesi.

"Work", singolo di anticipazione del nuovo disco vede la partecipazione del rapper Drake, è schizzato in poco tempo in vetta a iTunes in oltre 90 paesi in tutto il mondo, dall'Argentina al Botswana, dagli Usa alla Cambogia, Italia inclusa.

Sull'artwork di "Anti", era stata la stessa Rihanna a rivelare che si tratta di un'opera dell'artista contemporaneo israeliano Roy Nachum e raffigura una giovane ragazza con una corona d'oro che le copre gli occhi e un palloncino nero legato al suo polso.

Intanto è stato annunciato il tour mondiale che partirà il 26 febbraio da San Diego e passerà anche dall'Italia il 13 luglio, allo stadio Meazza di Milano. Insieme alla star delle Barbados sui palchi europei, ci saranno due ospiti d'eccezione, il canadese The Weeknd, rivelazione del 2015, e il rapper americano Big Sean.

La star ha venduto 54 milioni di album e 210 milioni di brani digitali, diventando l'artista con il maggiore numero di vendite digitali di sempre. Ha pubblicato 7 album in 7 anni, ha raggiunto la vetta delle classifiche con 13 singoli e ha vinto 8 Grammy Awards. Oltre ad essere l'artista con il maggior numero di visualizzazioni su Vevo/YouTube, è anche una delle star più popolari su Facebook, con oltre 81 milioni di amici.

giovedì 28 gennaio 2016

Miley Cyrus, la pop star protagonista della prima serie tv di Woody Allen

Miley Cyrus e Woody Allen sono davvero una delle coppie più improbabili che si possano pensare. Il regista newyorkese ha affidato all’ex star di “Hannah Montana” il ruolo di protagonista nella sua prima serie tv che sta preparando per Amazon. Mentre i tabloid, come l’Hollywood Reporter, iniziano a svelare alcuni dettagli, l’icona pop, attraverso il suo profilo Instagram, non ha nascosto il grande entusiasmo di far parte del progetto.

“Sono entusiasta di essere nella prima serie di Woody Allen. Avevo dichiarato che il 2016 sarebbe stato l’anno in cui avrei zittito tutti. Accanto al mio letto per alcuni anni c’è stato questo ritratto e lo stavo guardando negli occhi quando ho ricevuto la chiamata per essere parte del cast”. Così ha commentato sui social la pop star, che dopo la conclusione di “Hannah Montana” nel 2011, ha recitato in due episodi di “Due uomini e mezzo” e, come doppiatrice, nella serie animata “Stone Quackers”.
Il progetto televisivo al momento non ha ancora ufficialmente un titolo, ma si sa che sarà composta da sei episodi da 30 minuti ciascuno, tutti diretti da Allen e che lo vedranno anche impegnato come attore. Le riprese inizieranno a marzo. Nel cast è presente anche Elaine May, che aveva lavorato con il regista già in “Criminali da strapazzo”.

mercoledì 27 gennaio 2016

Patty Pravo, 50 anni in libertà: “Oggi una carriera come la mia è impossibile”

Eccomi“. Si intitola così il nuovo album di Patty Pravo, nei negozi dal 12 febbraio, dove la cantante si divide tra le canzoni di autori affermati come Sangiorgi, Ferro e Nannini, e le nuove leve come Emis Killa. E sarà anche al Festival di Sanremo dove, con il brano “Cieli immensi”, festeggerà i 50 anni di carriera.

Dalla ragazza del Piper a oggi c’è in mezzo una carriera straordinaria. Costellata di successi e canzoni entrate nella storia della musica italiana, ma soprattutto caratterizzata da un’intaccabile libertà di movimento. Patty ha scandalizzato, provocato, sperimentato stando sempre un passo a lato (se non avanti) rispetto a quello che le “regole” della discografia richiedevano. E lo dimostra anche in questa situazione. Con 50 anni di carriera da festeggiare molti si sarebbero accontentati di un greatest hits e di un tour celebrativo. Lei invece dà alle stampa un lavoro ambizioso, registrato a Los Angeles e con alcune tra le firme più prestigiose della nostra scena. Non solo tra quelle affermate ma anche tra quelle emergenti e più affini al pubblico dei giovanissimi. “Volevo solo delle belle canzoni – spiega lei -. Tanto che tutto è cominciato vagliando tra oltre 700 canzoni arrivate da autori pressoché sconosciuti e giovanissimi. Poi l’album ha preso una forma diversa mano a mano che arrivano altri contributi. Giuliano Sangiorgi mi ha mandato ‘A parte te’ per il mio compleanno, poi è arrivata la canzone di Tiziano Ferro…”.

lunedì 25 gennaio 2016

Nick Carter, il biondino dei Backstreet Boys dopo l'arresto: "Non sono perfetto"

Nei giorni scorsi la notizia dell'arresto di Nick Carter aveva fatto il giro del mondo. Il membro dei Backstreet Boys era stato coinvolto in una rissa in un bar di Key West. Dopo essere stato rilasciato su cauzione, il cantante ha rotto il silenzio e sui social si è scusato, esprimendo il proprio dispiacere: "Sono umano e a volte può essere una lotta bilanciare uno stile di vita sano. Non sono perfetto e per questo mi dispiace".

 Su Twitter si è rivolto ai fan, aggiungendo: "Quando cadiamo dobbiamo rialzarci e continuare a camminare. Spero che rimarrete al mio fianco per continuare a camminare con me". Il prossimo 8 febbraio ci sarà la prima udienza. Il cantante rischia un anno di carcere o di libertà vigilata, oltre a una multa di 1000 dollari.

A "Domenica Live" Annalisa e Francesca Minetti: "Lottiamo contro la cecità"

A "Domenica Live" ospite Annalisa Minetti, che insieme alla sorella Francesca ha condiviso il dramma della cecità. Annalisa è affetta da anni da due malattie che l'hanno portata alla cecità, ma anche per la sorella si preannuncia lo stesso destino. A Barbara D'Urso ha raccontato come vive con coraggio la sua quotidianità, tra famiglia e lavoro, senza arrendersi mai.

 Negli ultimi anni le condizioni di Annalisa sono peggiorate, ma grazie ai progressi della medicina forse in futuro sarà possibile operare chi come lei soffre di retinite pigmentosa: "Grazie alla tv, che arriva in tutte le case, voglio informare le persone che hanno il mio stesso problema. Forse tra tre anni e mezzo sarà possibile operare questa difficoltà visiva". Durante l'intervista è intervenuto anche il papà, attraverso una commovente lettera, in cui le ha espresso tutto il suo amore e l'ammirazione che prova per il coraggio che ha dimostrato. Annalisa è andata poi nella 'stanza emozionale', dove ha ripercorso come in un film tutta la sua vita, dall'infanzia ai successi nello sport e nella musica, fino all'arrivo del figlio Fabio. Ad attenderla alla fine del viaggio c'era mamma Filomena; le due non sono riuscite a trattenere le lacrime e si sono abbracciate emozionate.

"Le Iene" torna e raddoppia, con due prime serate e nuovi conduttori

Una nuova squadra di conduttori e due appuntamenti in prima serata: la nuova edizione de Le Iene, il programma cult di Italia 1, parte domenica 24 gennaio con un format che si rinnova senza tradire le origini. "Ci manca solo Checco Zalone e abbiamo messo insieme i migliori 40enni che ci sono sul mercato", commenta il "papà" dello show Davide Parenti. Al timone del programma arrivano Miriam LeoneGeppi Cucciari, Pif, Fabio Volo e Nadia Toffa.


Per gli ultimi due si tratta a dire il vero di un ritorno: la Toffa debutta in conduzione, anche se promette che non abbandonerà il ruolo di inviata d'assalto ("E mi preparerò bene, sono una secchiona ma di quelle che in classe facevano casino"), Volo aveva già vestito i panni del presentatore dello show dal 1998 al 2001: "Torno con piacere - dice - perché sono un nostalgico. Ho trovato persone un po' invecchiate, ma sempre con grande energia, capaci di fare un programma che con micro-cambiamenti si è evoluto, adattandosi al suo pubblico". 
Ora il poliedrico scrittore e presentatore bergamasco farà parte insieme a Miriam Leone del team della domenica, mentre Pif e Nadia Toffa si occuperanno della serata del martedì, quando cambierà anche la scenografia, con bancone e schermo luminoso al posto delle classiche quinte bianche. La comica sarda Cucciari farà da perno fra i due gruppi ("Ma devono esserci stati dei malintesi fisici, intellettuali e antropologici per avermi dato questo ruolo", scherza lei). "Avevamo una fabbrica così ricca di contenuti che ha potuto permettersi di 'strabordare'", dice la direttrice di rete Laura Casarotto. E dunque, ormai più che maggiorenne (ha debuttato nel settembre del 1997), Le Iene show fa il salto e raddoppia, con due puntate settimanali da due ore ciascuna in onda per 14 settimane e l'obiettivo di allargare e consolidare il target dei telespettatori. A parte balletti e stacchetti, "caduti un po' in disgrazia", spiega Parenti, torneranno come nelle passate edizioni gli approfondimenti su temi scottanti di attualità, dalla mafia all'inquinamento ambientale. Qualche anticipazione, almeno sul fronte dell'intrattenimento più "leggero"? "Abbiamo fatto fare pace a Sarri e Mancini, lo vedrete già domenica. E poi abbiamo infiltrato un nostro inviato dentro The Lady, la webserie di Lory Del Santo, per mostrare cosa succede sul set - dice ancora Parenti -. Ci sarà anche un concorso per gli uomini più brutti d'Italia, che si sfideranno in diretta e saranno votati su social network. Ce ne sono due molto famosi, più o meno 50enni. Non vi dico di più, provate a indovinare voi".

sabato 23 gennaio 2016

One Direction, Louis Tomlinson conferma: "Sono diventato padre"

Louis Tomlinson degli One Direction è diventato papà. Dopo ore di indiscrezioni, il cantante ha confermato la notizia sul suo profilo Twitter, nella tarda mattinata di sabato 23 gennaio: "Ho il piacere di dirvi che ieri è nato mio figlio. Sta bene ed è meraviglioso. Sono felicissimo". Ancora top secret il nome del piccolo.

La mamma è la stylist americana Briana Jungwirth, con la quale il cantante ha avuto un breve flirt lo scorso anno.
Louis Tomlinson ha confermato la nascita del suo primo figlio dopo che la rivista "People" aveva diffuso la notizia e dopo essere stato paparazzato in un negozio mentre indossava un braccialetto da ospedale. 
Louis Tomlinson e Briana Jungwirth hanno avuto una breve relazione nel maggio scorso e hanno annunciato di aspettare un bambino lo scorso luglio, quando già non stavano più insieme.

martedì 19 gennaio 2016

Selvaggia Lucarelli e l'Oscar a Leonardo DiCaprio:"Ecco perchè non lo vincerà"

Per il film “The Revenant” Leonardo DiCaprio sembra (per l’ennesima volta) a un passo dall’Oscar.
Il passato con l’Accademy non è stato troppo facile per Leo, che non è stato mai troppo apprezzato da consegnarlo l’Oscar, è Selvaggia Lucarelli ha spiegato le sue motivazioni attraverso un lungo articolo: “Fu già tutto chiaro nel 1997 quando uscì Titanic - scriva Selvaggia su "Il Fatto Quotidiano" .


 Rose non spostò di mezzo millimetro le sue regali chiappe su quella tavola galleggiante e Jack colò a picco rigido come uno stoccafisso che Leonardo Di Caprio sarebbe stato sempre l' elemento sacrificabile in quel di Hollywood. Quell'anno, per dire, l'Academy candidò Titanic all' Oscar in qualsiasi categoria possibile (ne vinse 11), dal miglior film al miglior trucco al miglior iceberg mai apparso su uno schermo per arrivare al miglior buffet post-produzione.
Perfino quella culona egoista di Rose (Kate Winslet) si beccò la candidatura come miglior attrice protagonista nonostante più di uno spettatore avesse desiderato che nel lanciare il cuore dell' oceano negli abissi, perdesse l' equilibrio sul parapetto e andasse a fondo assieme al gioiello. Per ragioni del tutto misteriose, l' unico elemento di quel film considerato dall' Academy quanto Pippo Civati nello scenario politico del Paese, fu proprio Leonardo DiCaprio. Per Titanic Leo non ebbe nessuna candidatura.
Giusto una nomination ai Golden Globe che poi vinse Peter Fonda, uno che in 76 anni di vita ha vinto solo un premio (quel Golden Globe) giusto per scipparlo a DiCaprio, poi non ha mai più vinto manco un Gratta e Vinci. Dopo Titanic passano sette anni in cui DiCaprio fa film così così, poi si ferma un paio di anni e forse medita di venire in Italia, aprire una pizzeria al taglio e di accettare il ruolo di Garko ne Il bello delle donne, poi azzecca un paio di pellicole e nel 2005 arriva una nuova candidatura agli Oscar: miglior attore protagonista per The aviator.
Peccato che proprio quello stesso anno sia candidato all' Oscar per Ray anche l' attore di colore Jamie Foxx, il quale per prepararsi a interpretare Ray Charles vive praticamente per mesi con una benda sugli occhi, lavorando accanto al cantante cieco. Come se DiCaprio non fosse già abbastanza sfigato, poco dopo l' uscita di Ray muore pure Ray Charles, quindi a quel punto ha tante probabilità di scippare l'Oscar a Jamie Foxx quante ne ha Mario Monti di inventarsi una seconda vita da cabarettista.
E infatti l'Oscar va a Foxx per Ray e DiCaprio si sente di nuovo Jack che va a fondo nelle acque gelate dell' oceano mentre Rose galleggia col suo bel culone al caldo. Nel 2007 siamo punto e a capo. DiCaprio viene ricandidato all' Oscar come miglior attore protagonista per Blood diamond e l' Oscar va a un altro attore di colore, Forest Whitaker per L' ultimo re di Scozia.
Ora, a parte che a Hollywood inclusi Will Smith e Morgan Freeman ci saranno al massimo otto attori di colore di cui ormai è evidente che la metà sono scritturati solo per scippare gli oscar a DiCaprio, a parte che DiCaprio è l' unico attore bianco a subire il razzismo al contrario, questo Forest Whitaker è uno che nel 2000 fu candidato ai Razzie Awards come peggior attore, nel 2007 va in nomination agli Oscar contro DiCaprio, vince e poi il massimo del ruolo che ottiene è qualche comparsata in ER medici in prima linea.
È un po' come se in Italia Vaporidis soffiasse il David di Donatello a Toni Servillo e poi andasse a fare Un posto al sole. Nel 2014 pare la volta buona.
DiCaprio riceve la candidatura all' Oscar per The wolf of Wall Street. Per interpretare il ruolo del cinico broker newyorkese non si tira indietro davanti a nulla: rotola dalle scale strafatto di acidi, partecipa a orge sull' aereo e si fa letteralmente infilare una candela nelle chiappe. Sfiga vuole che intanto da un paio di anni Matthew McConaughey, fino a quel momento una specie di tronista mancato protagonista di pellicole per bimbominkia tipo Prima o poi mi sposo o Come farsi lasciare in 10 giorni, avesse deciso di darsi al cinema impegnato.
E se DiCaprio dopo due decenni deve ancora farsi perdonare Titanic, naturalmente McConaughey ottiene la prescrizione in appena due anni e vince l' Oscar con Dallas Buyers Club scippandolo ancora una volta a DiCaprio che se la prende nuovamente nel didietro (e non stiamo parlando di candele). Nel 2016 arriva la candidatura con The Revenant.
Per ottenere la statuina DiCaprio è stato nove mesi nel ghiaccio, ha dormito in carcasse di animali e questa volta, visto che la candela non gli è valsa l' Oscar, si fa inchiappettare da un orso. Ci sarebbero tutti i presupposti per una vittoria se non fosse che intanto, il giorno in cui per questo ruolo ha vinto il Golden Globe, mentre i siti stavano battendo la notizia, è morto David Bowie.

Adele, è record anche su YouTube: un miliardo di clic per "Hello"

In meno di tre mesi ha battuto ogni record, persino in Rete. Perché Adele non solo è la regina delle classifiche in tutto il mondo con il nuovo album "25", ma è riuscita a sbancare anche su Youtube. Il videoclip della sua "Hello", infatti, ha superato il miliardo di visualizzazioni nel minor tempo mai registrato finora. Scalzando dal podio Psy, che con "Gangnam Style" era arrivato alla stessa cifra ma in 160 giorni.


Il video è stato pubblicato il 22 ottobre e alla cantante britannica, per arrivare al traguardo, sono bastati 89 giorni. "Hello" è anche in cima alle classifiche di singoli di iTunes in Italia e in altri 105 Paesi, è la canzone più ascoltata in streaming su Spotify a livello mondiale, e da giorni è tra i trend topic di Twitter macinando centinaia di migliaia di condivisioni su Instagram e Facebook. Insomma, la grande scalata di Adele non si ferma più...

venerdì 15 gennaio 2016

Vip, premaman con ritmo

Non le ferma nemmeno il pancione. Da Sara Carbonero a Elena Santarelli, passando per Paulina Rubio e Ilary Blasi le vip "attendono" con ritmo. Premaman a suon di fitness e movimento per tutte, da pilates al gyrotonic, dall'hula hop agli esercizi sul tappetino... gravidanza e sport non sono incompatibili e le star lo dimostrano.
"No es mi mejor momento para el Hula Hoop pero..." non è proprio il momento migliore per l'hula hop, cinguetta Sara Carbonero, la giornalista sportiva compagna di Iker Casillas e incinta per la seconda volta... ma chi può fermarla? 



Gyrotonic e pilates quotidianamente per Elena Santarelli invece che lo consiglia a tutte le donne in gravidanza. La cantante messicana Paulina Rubio 44 anni, si scatena sul palco durante un concerto con il suo secondo bebè nella pancia ben in vista e anche Ilary Blasi non si fa mancare movimenti audaci sul set prima di salutare Le Iene per godersi la sua terza dolce attesa.

E poi ci sono Bar Refaeli e Francesca Chillemi, nuove arrivate nel club delle future mamme e con pancini ancora non ben visibili, che non rinunciano al loro fitness quotidiano. Sul punto di dare alla luce il suo secondo figlio Luisana Lopilato, moglie di Michael Bublè non ha ancora smesso di fare sport, anche se con moderazione: "Camminare almeno per 30 minuti al giorno... non smettere di mettere il tuo corpo in movimento", scrive su Instagram.

Alessandra Amoroso si confessa: "I miei problemi dopo "Amici"..."

“Sono orgogliosa di essere nata ad Amici, ma sono contenta di non esserci rimasta incastrata”.
Alessandra Amoroso si confessa sulle pagine di “Oggi”: “Per tutti oggi sono una cantante, non la vincitrice di un talent. Maria ogni tanto mi chiede di tornare, magari come vocal coach, ma ho ancora troppo da imparare, prima di insegnare. Sto zappando lungo il mio percorso. A fatica, più lentamente perché ho deciso di non fare tv, di non cercare scorciatoie e puntare solo sulla musica”.



Il post “Amici” le ha provocato qualche problema (“Sono sempre stata contraria alle tinte, e ancora di più dopo che ho sofferto di alopecia da stress. È successo subito dopo Amici, quando sono stata travolta da tutto e venivo giudicata per ogni cosa.”), che poi è riuscita a risolvere: “Avevo sempre fatto lavori fisici e cantare era sempre stato solo una gioia. Quando invece cantare è il tuo lavoro, non puoi permetterti mai di mollare. Ho dovuto lavorare sul mio carattere, imparare ad aspettare, a mettere filtri tra i miei stati d'animo e gli altri, controllare l'emotività”.

giovedì 14 gennaio 2016

Ignazio Boschetto e la biondina misteriosa allo stadio

Una biondina bella e misteriosa pare aver fatto breccia nel cuore di Ignazio Boschetto. Il cantante de Il Volo è stato infatti sorpreso allo stadio San Siro di Milano in dolce compagnia. Tra sorrisi, sguardi d'intesa e tenerezze. Con lui, a vedere il Milan contro il Carpi, infatti non c'erano gli amici fraterni e colleghi Piero Barone e Gianluca Ginoble, ma una ragazza solare che non l'ha lasciato solo un attimo. Nuovo amore?
 



Intanto, dopo un anno di successi e di record in Italia e nel mondo, sabato 16 gennaio Il Volo sarà in concerto al Palalottomatica di Roma. Sul palco il celebre trio, che per l'occasione sarà accompagnato dall'Orchestra Giovanile di Roma, presenterà tutti i suoi più grandi successi tra cui i brani contenuti nel nuovo album internazionale "L'more si muove".
Queste tutte le prossime date del tour: 15 gennaio, al Nelson Mandela Forum di Firenze, 20 gennaio al Pala Maggiò di Caserta, 21 gennaio al Pala Florio di Bari, 23 gennaio al Palasport di Acireale – Catania, 26 gennaio all'Unipol Arena di Bologna, 27 gennaio al Pala Alpitour di Torino e il 29 gennaio al Mediolanum Forum di Milano.

mercoledì 13 gennaio 2016

Giuseppe Tornatore: esce nelle sale “La corrispondenza”, storia d’amore 2.0

“Vent’anni fa l’idea mi sembrava fantascienza… l’evoluzione tecnologica ha trasformato una intuizione fantascientifica in qualcosa di realistico…”, così Giuseppe Tornatore racconta la genesi del suo ultimo film, “La corrispondenza” in uscita il 14 gennaio in 400 copie. “Il sogno dell’uomo è di estendere la propria esperienza esistenziale… di questo parla il mio film”…

Nel cast la star britannica e premio Oscar Jeremy Irons e la bellissima modella e attrice ucraina Olga Kurylenko. “Scegliere Jeremy Irons è stato facile, la rosa di candidati per un personaggio come lo avevo in mente io non era ampia… ci ho parlato per la prima volta via Skype… quasi un segno premonitore…ed è diventato subito il mio protagonista maschile”, racconta Tornatore.
La trama è semplice, quasi banale. Lui è un famoso studioso e docente di astrofisica già in età da pensione, lei una studentessa universitaria nella stessa materia, che si paga gli studi facendo la stunt-woman in sequenze cinematografiche pericolose. I due hanno una relazione d’amore da alcuni anni, ma ad un certo punto lui scompare, lasciando dietro di sè un alone di mistero. La love story però non si interrompe, si trasforma invece in una storia a distanza, tenuta insieme da una sequenza di mail, sms, videomessaggi via Skype o registrati, pacchetti e regali, che arrivano regolarmente a casa della ragazza.
“Le storie d’amore non esistono per un narratore se non nell’impossibilità e nella difficoltà. Gli amori felici non destano l’interesse di chi li deve narrare…” dice il regista, che crede nell’amore come “sentimento che non conosce ostacoli”.
 “Il sogno dell’uomo è sempre stato quello di estendere la propria esperienza esistenziale, la tecnologia sembra poter venire in aiuto per realizzare questo sogno antico. Il film parla anche e soprattutto di questo”, aggiunge Tornatore, che a 15 anni dall’idea originale, “un’intuizione fantascientifica, tenuta nel cassetto”, come la definisce lui stesso, ha rimesso mano al progetto, semplificandolo e rimaneggiandolo con un’impronta “realisticamente tecnologica”.
“Il sogno rimane sogno lo stesso però”, aggiunge, “si può manipolare fino ad un certo punto l’esistenza degli esseri umani… Anche se non si può negare che la tecnologia sta trasformando il nostro modo di vivere e sta condizionando il nostro codice di relazione con gli altri”. Ed è su questa relazione che Tornatore indugia per quasi due ore in un film in cui i due protagonisti non si incontrano praticamente mai, se non nella scena iniziale. Per il resto i loro dialoghi/monologhi avvengono solo attraverso proiezioni tecnologiche di se stessi. “Al realismo tecnologico ho voluto inserire però, come contrappunto, scene in cui i protagonisti ricevono messaggi ineffabili, premonitori, quelli che solitamente cogliamo, ma non riusciamo a definire subito…”, dichiara Tornatore.
Un cane empatico che “sente” il dolore della giovane donna, una foglia che per pochi istanti si ferma sul vetro della finestra, tremolante, per poi volare via…

Tutto questo non basta però a dare a questo film completezza e dignità, come è nella tradizione di un regista e autore del calibro di Giuseppe Tornatore. Che in questa “impresa” sembra maneggiare un materiale che non gli appartiene e che non fa parte dei suoi codici espressivi. Troppo l’autocompiacimento per un impianto così realisticamente futurista, poca la poesia delle immagini e delle parole, fragili, al limite della credibilità e a tratti anche surreali i personaggi, che fanno da contorno e gli escamotage inventati dal regista per sostenere questa “corrispondenza” amorosa 2.0.
Non aiuta nemmeno la colonna sonora firmata dal grande Ennio Morricone, fresco di Golden Globe, con il quale Tornatore si congratula elogiandone la vitalità: “Ennio è un uomo di 87 anni, che ancora fa concerti e tutte queste cose: per me è un privilegio già solo sapere che esiste.. mi mette di buon umore”. Come sempre abbiamo iniziato a lavorare sulla partitura musicale fin dalla prima stesura della sceneggiatura”, racconta il regista: “Stavolta si trattava però di affrontare suoni diversi rispetto alle consuetudini di Ennio. È stata una ricerca più sofferta ma entusiasmante, con suoni elettronici combinati con la partitura dell’orchestra”.
Il risultato però è una musica di sottofondo quasi monotonale, ad accompagnare un film monocromatico, che non sembra mai riuscire a decollare.

Timothy Hutton, un Oscar sul piccolo schermo con la rivoluzionaria 'American Crime'

Il piccolo schermo seduce le star del cinema. Come il premio Oscar Timothy Hutton, protagonista di una delle serie più rivoluzionarie, American Crime. Creata da John Ridley, (Oscar pure lui per 12 anni schiavo) che torna con la stagione due a marzo in esclusiva su TIMvision, la tv on demand di TIM.  


Presentata a Los Angeles durante il tour dell'Associazione dei critici televisivi americani (TCA), tocca temi sociali delicati con una formula rinnovata.  Cos'ha di speciale American Crime?
«La considero il lavoro dei miei sogni: mi offre l'opportunità unica di cambiare pelle ad ogni stagione con un personaggio nuovo e una storia diversa. Sembra un film in dieci o undici parti, un viaggio con un inizio, un centro e una fine».  Difficile superare il successo della prima stagione
«Invece siamo riusciti a fare anche di meglio, perché l'esperienza precedente ha arricchito la serie e ha offerto nuove sfide».  Di cosa parlerà?
«Di bullismo, social media e violenza con personaggi quasi all'opposto dei precedenti».  La trama racconta di presunti abusi e figli problematici. Come padre, come si è sentito?
«Fare il genitore resta il lavoro più difficile del mondo, ma anche il più importante. Nella vita sono padre e quindi educatore, un ruolo che svolge anche il coach che interpreto. Mi ha fatto pensare che a volte i ragazzi vanno solo ascoltati, altrimenti cercano un appoggio altrove. Ignorarli in un momento tanto critico potrebbe cambiare la loro vita per sempre».  Lo ha sperimentato sulla propria pelle?
«Mio figlio maggiore, Noah, ha frequentato una scuola privata a New York e io ho partecipato a quasi tutte le partite di basket della sua squadra. Mi sono reso conto di quanta pressione gli adulti mettano sulle loro spalle, invece di insegnare loro ad affrontare la fase successiva della vita».  Perché?
«La vittoria viene messa prima di tutto. Invece lo sport dovrebbe essere metafora della condizione umana, si basa su etica e rispetto, crea un senso di aggregazione e aiuta a prendersi la responsabilità delle proprie azioni. La sconfitta fa parte del gioco ebrucia solo fino al match successivo».

martedì 12 gennaio 2016

David Bowie, l'ultimo viaggio di Starman in una vita che è come un'opera d'arte

David Bowie si congeda dal mondo a 69 anni, stroncato da un cancro. Un’uscita di scena spettacolare, proprio dopo la pubblicazione del suo nuovo, acclamato disco “Blackstar”. In 50 anni di carriera non ha mai rinunciato alla sua voglia di cambiare, precorrendo i tempi. Il mondo del rock è in lutto: i colleghi star lo ricordano, i fan piangono davanti al murale che lo ritrae nella sua Brixton.  


L'uomo che cadde sulla Terra è tornato alle sue stelle. David Bowie è uscito di scena così, nel modo più spettacolare e coerente, per colui che aveva fatto della propria vita un'opera d'arte. Al culmine della (ritrovata) popolarità, dopo aver appena pubblicato un nuovo, splendido album, Blackstar. Un disco colmo di intuizioni musicali e di presagi inquietanti, a partire da quei versi sinistramente profetici di Lazarus: «Guardate lassù, sono in paradiso».  Il Duca Bianco, l'uomo delle stelle saluta il mondo mentre il suo testamento musicale è appena uscito nei negozi (l'8 gennaio, proprio nel giorno del suo 69° compleanno). L'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno dal profilo Facebook dell'artista inglese ed è stato poi confermato su Twitter dal figlio Duncan Jones, regista con marchio doc di famiglia. Classe 1947, Bowie lottava da 18 mesi contro il cancro. Proprio mentre era alle prese con la malattia, ha registrato le canzoni – e i video, magnifici e disturbanti – di Blackstar.  Accompagnato da un drappello di straordinari musicisti jazz, aveva ancora una volta spiazzato tutti, con un lavoro fatto di grandi orchestrazioni e arrangiamenti elettronici, di avant-jazz e drum'n'bass, a partire dalla suite che dà il titolo al disco. È stata l'ultima prodezza di un artista che non ha mai smesso di stupire, neanche negli anni del suo (apparente) declino. Bowie è stato un genio mutante, pervaso dall'incessante ansia di percorrere e precorrere i tempi: «Time may change me, but I can't trace time» (Changes, 1971) è sempre stato il suo credo.  Ma il trasformismo è stata solo la più appariscente tra le arti di questo indecifrabile dandy. Nessuno come lui ha saputo mettere a nudo i cliché della stardom, il rapporto morboso, ma anche ipocrita, tra idoli e fan, il falso mito della sincerità del rocker, l'assurdità della pretesa distinzione tra arte e commercio. È stato anche uno dei primi musicisti a concepire il rock come arte globale (pop-art?), aprendolo alle contaminazioni con il teatro, il music-hall, il mimo, la danza, il cinema, il fumetto, le arti visive. Con lui è scomparso ogni confine tra cultura "alta" e "bassa".  Il suo charme non è sfuggito neanche al cinema, che lo ha ritratto in una galleria multiforme di personaggi, dall'ufficiale inglese di Furyo all'improbabile sovrano di Labyrinth.  Ora lo piangono tutti: familiari, amici, colleghi star, governanti, vescovi e una moltitudine di fan. Per il rock è una perdita incolmabile. Ma se è vero, come scrivono Fred Frith e Howard Howe nel saggio Art Into Pop, che «Bowie è una tela nera sulla quale la gente scrive i propri sogni», non resterà che chiudere gli occhi per continuare a vivere sospesi per sempre nella sua polvere di stelle.

lunedì 11 gennaio 2016

Valerio Scanu: "Sottovalutato dalla vita, mi sto prendendo qualche rivincita..."

“Sono una persona che divide, me ne rendo conto. Non ho mai avuto paura di dire quello penso, non ho filtri. Se è un difetto, rifletto sempre troppo poco sulle conseguenze: questo è il rovescio della medaglia. So essere pungente, ma non ho mai insultato nessuno”.


Valerio Scanu si confessa in un’intervista ad “Oggi”: “Le mie fans sono molto combattive. Lo vedi sulla Rete: il nome di Scanu viene spesso usato per attirare l’attenzione, crea dibattito e purtroppo viene anche usato a sproposito. E loro si fanno sentire. Molte di loro mi seguono spessissimo ovunque mi sposti, per serate e concerti. Di regali me ne hanno fatti tanti, dai più semplici ai più costosi. Nel 2013 si sono messi insieme in una trentina e mi hanno regalato un pianoforte a coda. Sapevano che lo avrei comprato e hanno “anticipato la mossa”. Un pianoforte importante, tedesco, uno Steinweg, che costa parecchie decine di migliaia di euro”.
Dopo la vittoria di “Amici” e “Sanremo” e la partecipazione all’Isola dei Famosi e “Tale e quale” Valerio continua ad avere soddisfazioni dal mondo della musica “Sì, sono stato molto snobbato nella vita. E oggi posso dire di essermi preso qualche rivincita. Ma altre, soprattutto nell’ambiente musicale, me le voglio ancora prendere”.

David Bowie, icona di stile per sei decenni

David Bowie, che si è spento il 10 gennaio a 69 anni,  è stato un innovatore del fashion tanto quanto ha rivoluzionato il mondo della musica. In una carriera lunga sessant’anni, il Duca Bianco è stato tutto e il contrario di tutto.


Ha presto abbandonato la faccia da ragazzo pulito degli anni Sessanta, per i look androgini dei primi Settanta per diventare poi, grazie ai costumi del designer giapponese Kansai Yamamoto, il glitterato alieno Ziggy Stardust sul finire del decennio.
L’estremo ha lasciato il posto a spolverini e tuxedo, in pieno stile Ottanta per virare poi su lunghi trench lavorati dal sapore esotico dal 1997.
Quando ormai si era già provato tutto, l’ultimo decennio ha visto un David Bowie neo-classico, impeccabile ed elegante, sempre accompagnato dalla moglie Iman.
E’ stato in mutande, in kimono, vestito da ballerina, da yuppie, coi tacchi, con la cravatta, con le tutine multirighe, con la bandiera inglese e con l’occhio da pirata. I capelli sono stati di tutte le lunghezze e dei colori più svariati, il suo make-up viene riproposto periodicamente, dalle passerelle allo street-style.

Dai sobborghi di Londra allo Spazio, con i suoi mille look David Bowie ha rivoluzionato per sempre la storia della moda. Ecco i look che hanno contribuito a trasformare il camaleontico artista in icona.

Golden Globe, è di Morricone la miglior colonna sonora. Tarantino: "Ennio come Mozart"

Trionfa anche l'Italia nella lunga la notte di Los Angeles per l'assegnazione dei Golden Globes Awards 2016 assegnati da 73 anni dalla stampa internazionale specializzata del cinema e della tv, un evento che rappresenta la maggior anteprima a quello degli Oscar. 
Il compositore Ennio Morricone ha vinto il premio per la miglior colonna sonora originale di The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Un premio che si aggiunge all'Oscar alla carriera del 2007 e alle cinque nomination all'Oscar.


TARANTINO: MORRICONE COME MOZART
E in assenza del compositore italiano, 87 anni. è stato proprio Tarantino a ritirare il premio: "Per me Morricone, il mio compositore preferito, è paragonabile a Mozart, Beethoven, Schubert".
Morricone è al suo terzo Golden Globe e ha inoltre vinto, senza nemmeno citare tutti i riconoscimenti, tre Grammy Awards, cinque Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastro d'Argento e un Leone d'Oro alla carriera. 
La serata è condotta dall'attore e regista inglese Ricky Gervais ed è iniziata, dopo lo sfavillante red carpet.  Dopo il riconoscimento a Morricone, molto applaudito nonostante l'assenza del premiato, raffica di nomi stellari:  Matt Damon miglior attore in un film comedy con The Martian (anche se tanto comedy il film di fantascienza non è, come ha ironizzato Gervais) e Sylvester "Sly" Stallone miglior attore non protagonista per Creed.  The Martian, di Ridley Scott, ha poi vinto anche il premio per miglior film comedy o musical: altre battute, inevitabili, del conduttore a cui si è prestato lo stesso regista che non si era accorto di aver girato una pellicola così esilarante smarrendo il povero Matt nelle rosse lande marziane.  
Prima di loro era stata premiata Kate Winslet quale miglior attrice non protagonista in Steve Jobs, film che ha permesso a Aaron Sorkin di vincere il ricoscimento per la migliore sceneggiatura. Film che ha negato una soddisfazione a Jane Fonda che non ha regalato un Golden globe a Paolo Sorrentino. Candidata come miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione in Youth del regista italiano, l'attrice è stata sconfitta dalla Winslet. Un altro pezzo da 90 dello star system a essere premiato è Denzel Washington: globo alla carriera.  La serata si scalda sempre di più e non solo perché sul palco è salita la bellissisma Jennifer Lawrence, premiata quale migliore attrice (commedia) per il film Joy, la storia vera della casalinga che inventò il mocio lava-pavimenti, regia di David Russell.  Ed ecco l'atteso premio al miglior regista che va ad Alejandro Gonzales Inarritu per The Revenant, che al microfono ha ringraziato Leo Di Caprio per l'abnegazione con cui si è sottoposto alle fatiche artiche del film.  Ci siamo, gran finale per i premi più attesi, quelli del genere drammatico:
miglior attrice è Brie Larson per The Room e miglior attore è, come da quotazioni, Leonardo Di Caprio, per The Revenant. Un riconoscimento su cui avevano puntato tutti i bookmaker. Tutti in piedi ad applaudire l'attore che adesso è un candidato fortissimo all'Oscar: Di Caprio ha ricambiato i complimenti del regista Inarritu e ha dedicato il premio agli indiani d'America.
Ma le soddisfazioni per Inarritu e di Caprio non era ancora finite: The revenant è stato premiato come miglior film drammatico, un riconoscimento che anche in questo caso porta a tiro di Oscar.

mercoledì 6 gennaio 2016

Simona Ventura: "Io all'Isola da naufraga? Offerta accattivante"

Da presentatrice a naufraga. Partecipare all’'Isola dei famosi' come concorrente"sicuramente è un'offerta accattivante, quindi vedremo il da farsi". 

 Simona Ventura, da Miami, dove era in vacanza con il compagno, Gerò Carraro, commenta in esclusiva per il settimanale 'Chi', in edicola da mercoledì 6 gennaio, le voci che la vogliono come concorrente al reality condotto da Alessia Marcuzzi su Canale 5, ma che 'Supersimo' ha portato al successo quando era in Rai.  "L'Isola è un programma che adoro, al di là del fatto che l'ho condotto, perché ci ho messo tutte le mie energie", dice. Le immagini pubblicate da 'Chi' mostrano Simona Ventura in forma smagliante, già eventualmente pronta ad affrontare le fatiche fisiche che un’eventuale partecipazione all'Isola richiederebbe.

Silvana Pampanini, la carriera della stella del cinema popolare

Prima di Gina Lollobrigida, prima di Sophia Loren, al tempo dei concorsi di bellezza e di un'Italia che la guerra non aveva piegata, l'astro di Silvana Pampanini - morta questa mattina al Policlinico Gemelli di Roma dove era ricoverata da metà ottobre - cominciò a risplendere e non fu una stella cometa, ma una stella luminosa che attirò registi famosi, attori di grido, principi e magnati in una ridda di successi commerciali, applausi internazionali, flirt sempre annunciati e sempre smentiti, compreso quello romantico di Totò, che per la bellissima attrice provò un sentimento profondo e mai veramente ricambiato. 


Nata a Roma il 25 settembre del 1925, romana ma di famiglia veneta, Silvana Pampanini doveva essere cantante nel segno di una zia celebre, la soprano Rosetta. Diplomata all'istituto magistrale e al Conservatorio di Santa Cecilia la ragazza aveva una vera propensione al canto, tanto da aver tenacemente conservato la sua voce in tutti i film in cui i suoi personaggi cantavano, mentre tante brave doppiatrici si sostituirono sempre a lei per darle voce nei film più celebri. Invece le cose cambiarono in una sola notte quando la sua maestra di canto la iscrisse a sua insaputa al primo concorso di Miss Italia, a Stresa nel 1946. Sconfitta dalla giuria fu recuperata a furor di popolo dal pubblico, tanto da obbligare gli organizzatori del premio ad attribuirle un «ex aequo» che ne fece subito una ragazza-copertina sui rotocalchi.  Il passo verso il mondo dorato della celluloide, amplificato dai fotoromanzi e dalle prime indiscrezioni sentimentali fu brevissimo tanto che nello stesso 1946 Silvana otteneva il primo ruolo a Cinecittà: «L'apocalisse» di Giuseppe Scotese anche se furono veterani della regia come Giacomo Gentilomo, Camillo Mastrocinque, Guido Brignone a insegnarle le tecniche della recitazione in un apprendistato rapidissimo e capace di portarla al successo già due anni dopo. Il 1949 è l'anno de «I pompieri di Viggiù» di Mario Mattoli in cui interpretava Fiamma, figlia del capo dei pompieri Carlo Campanini. In un set di «tutte stelle» in cui appariva anche la «regina» Wanda Osiris, la bellezza prorompente dell'ex Miss Italia, dotata di una verve e una naturalezza contagiosa (sposata al fisico mozzafiato), fece subito la differenza. Sullo stesso set, in un diverso episodio, c'è anche Totò che la vorrà con sé in «47 morto che parla» di Bragaglia l'anno dopo. Ma nel frattempo i binari del successo della nuova «divina» di un cinema popolare fatto di sorrisi, sketch da rivista, parodie bonarie e sapori da neorealismo rosa, sono già ben delineati ai suoi piedi. È dello stesso anno «Bellezze in bicicletta» di Carlo Campogalliani che la vede al fianco di una scatenata Delia Scala nel ruolo di un'aspirante ballerina che vorrebbe entrare nella compagnia di Totò.  La coppia composta dalla biondina-tutto-pepe e dalla mora con pose da «femme fatale» funziona anche perché le due attrici rivelano presto le loro anime candide anche nella ricerca della fama ed il pubblico si commuove mentre il motivetto del titolo diventa un tormentone in tutte le piazze d'Italia. Un passo ancora e la sua popolarità varca i confini nazionali. Diretta da Mario Soldati in una scatenata parodia dell'hollywoodiano «Quo Vadis», la Pampanini veste la stola di Poppea duettando con Gino Cerci in «O.K. Nerone» che si afferma su tutti i maggiori esteri, e specie in Francia. Così diventa «Nini Pampan» e riceve le prime proposte di coproduzioni fra Parigi, l'America del Sud, perfino l'Egitto. Grazie all'abile guida del padre che ha lasciato il lavoro per farle da agente, l'attrice non abbandona però Cinecittà e anzi si afferma in un cinema più «serio» grazie ad autori come Luigi Zampa («Processo alla città»), Luigi Comencini («La tratta delle bianche»), Pietro Germi («La Presidentessa»), tutti del 1952. Un anno dopo è il maestro del melodramma neorealista, Giuseppe De Santis a incoronarla come icona del miglior cinema popolare in «Un marito per Anna Zaccheo» e la rivorrà nel 1958 per «Una strada lunga un anno». In mezzo c'è spazio per grandi trionfi come «Un giorno in pretura» di Steno, «La bella di Roma» di Comencini, «Racconti romani» di Gianni Franciolini.  Lavora moltissimo all'estero anche se molti dei suoi titoli del periodo di maggior fulgore risultano oggi dispersi o dimenticati. Con il nuovo decennio è invece fin troppo frettolosamente archiviata dal nostro cinema a favore di nuove bellezze e di un cinema più smaliziato e adatto ai tempi del boom. Sarà Dino Risi a tributarle un affettuoso omaggio nel «Gaucho» del 1964 in cui le affida però il ruolo di una diva sul viale del tramonto in un memorabile confronto con Vittorio Gassman, affiancato da Amedeo Nazzari e Nino Manfredi. L'attrice ha intanto trovato un nuovo pubblico alla tv, mezzo in cui crede fin dalla nascita e che la vede protagonista fino alla conduzione di «Mare contro mare» nel'65. Poco dopo però la Gran Dama si ritira di fatto, vedendosi come una nostrana Greta Garbo che Cinecittà non merita più. Per due volte è stata regista (due corti del 1958), ha dato alle stampa un'autobiografia piena di verve fin dal titolo «Scandalosamente perbene», ha sempre mantenuto uno stretto riserbo sulle sue vicende private celando perfino il nome del grande amore che non avrebbe potuto sposarla a pochi mesi dal fatidico «sì» perché stroncato da una grave malattia. Dotata di una allegra autoironia come si vede bene nel «cammeo» regalato ad Alberto Sordi ne «Il tassinaro» (1983) è sempre stata anche una spiritosa polemista come quando si scagliò contro la «presunta erede» Gina Lollobrigida, rea di essersi sposata con un uomo molto più giovane, o come quando attaccò il sindaco di Roma, Walter Veltroni per averla ignorata al tempo della Festa del Cinema. Occhi da tigre, bocca di fragola, curve «pericolose» e allegra sfrontatezza ne fecero un'icona: oggi diventa un ricordo per un'Italia che non esiste più da tempo.

J Balvin, il suo è un reggaeton da 350 milioni di clic

Si chiama J Balvin il nuovo fenomeno della musica latina nel mondo. Il suo singolo "Ginza", dopo aver debuttato al numero uno delle classifiche in USA e Messico, è arrivato in Italia imponendosi come il primo tormentone del 2016. Il video che accompagna la hit punta verso i 350 milioni di clic, una cifra record per un brano in lingua spagnola. Un mix vincente, che mescola i ritmi colombiani con il progressive Hip-Hop e R&B.

Con il disco precedente, "La Familia", l'artista colombiano ha fatto incetta dei più importanti premi musicali mondiali: un Latin Grammy, tre Billboard Awards, tre Premios Lo Nuestro, un Kids Choice Awards Colombia e un Latin American Music Awards. Billboard lo ha definito "il più grande artista emergente di musica latina mai visto da molti anni a questa parte".
Le premesse per il successo mondiale ci sono tutte. J Balvin è stato infatti il primo artista latino ad avere ottenuto la certificazione Riaa a Doppio Disco di Diamante per due singoli ("6am" e "Ay Vamos") e il suo tour in America Latina ed Europa ha fatto registrare il sold-out in oltre 100 date. Il cantante è seguitissimo anche sui social: 15 milioni e mezzo di seguaci su Facebook, oltre sette milioni su Instagram e più di 3 milioni su Twitter.

martedì 5 gennaio 2016

Johnny Depp e Amber Heard presto genitori?

I flash dei paparazzi sul red carpet del Palm Springs International Film Festival hanno indugiato non poco sulla bella Amber Heard, anzi sulle sue lievi rotondità sospette. La bella e giovane moglie di Johnny Depp, 29 anni, 23 meno del marito, potrebbe infatti essere una delle neo mammine vip del nuovo anno. Intanto però i due si tengono per mano, si abbracciano e si baciano a fugare ogni dubbio su una loro possibile crisi a soli 10 mesi dalle nozze.

I due infatti, che stanno insieme dal 2011, ma sono diventati marito e moglie solo nel febbraio del 2015, hanno già alimentato parecchi rumors, nelle ultime settimane, su dissapori e litigi in corso.
Per l'attore, 51 anni, si tratta già del secondo matrimonio. Depp è stato sposato dal 1983 al 1986 con la make up artist Lori Allison. Il divo ha due figli, Lily-Rose, di 15 anni, e Jack, di 12, entrambi avuti dalla precedente relazione con l'attrice e cantante Vanessa Paradis, che è stata sua compagna per 14 anni fino al giugno del 2012, quando è arrivata la rottura definitiva. 

Per la Heard, invece, si tratta del primo matrimonio. E si tratterebbe anche del primo figlio. Così mentre Johnny cerca di dimagrire e tornare il sex symbol che era, la sexy Amber potrebbe è libera di ingrassare... per una giusta causa naturalmente!

"Amici 15" riapre con Giuseppe Giofrè

La Scuola di "Amici 15" riapre dopo la pausa natalizia con una novità. Giuseppe Giofrè, ballerino vincitore dell'undicesima edizione del talent di Maria De Filippi, torna tra i banchi come professionista. Reduce dal tour mondiale di Taylor Swift e dopo diverse esperienze all'estero tra musical e show di artisti internazionali, il ballerino affiancherà tra gli altri Stefano De Martino, pronto a rimettersi a lavoro dopo la rottura con Belen.


Trolley alla mano, occhiali da sole e giubbotto di pelle, Stefano De Martino ha girato un video nella stazione di Milano Centrale da dove è ripartito alla volta di Roma, lunedì 4 gennaio. "Back to Work" è la didascalia che accompagna la clip condivisa su Instagram e che testimonia come il ballerino sia pronto a tuffarsi nel lavoro per mettersi alle spalle la separazione dalla showgirl argentina. 
Nella Scuola, De Martino ritrova non solo l'amica confidente Elena D'Amario, ma anche Giuseppe Giofrè, che torna tra i banchi tre anni e mezzo dopo la vittoria ad "Amici 11". Il ballerino, nato a Gioia Tauro (RC) 23 anni fa, rientra in Italia dopo importanti esperienze tra Gran Bretagna e Stati Uniti, dove ha lavorato accanto ad artisti come Jennifer Lopez, Justin Timberlake e Taylor Swift: Giofrè ha, infatti, fatto parte del corpo di ballo che ha accompagnato la popstar dei record in giro per il mondo nel'ultimo tour "1989".

Baywatch, la ex di Di Caprio nel film: Kelly Rohrbach come Pamela Anderson

Kelly Rohrbach, ex fidanzata di Leonardo DiCaprio, prenderà il posto di Pamela Anderson nella versione cinematografica di "Baywatch". La Paramount ha infatti annunciato che interpreterà C.J. Parker nel film, basato sull'omonima serie tv cult, diretto da Seth Gordon. Sarà lei la bagnina bionda esplosiva e reciterà a fianco di Dwayne Johnson Zac Efron. Le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi dell'anno.

Intanto The Rock, sul suo profilo Instagram, ha postato una foto di lui e della nuova collega con l'iconico costume intero rosso, mentre si allenano sulla spiaggia. 
La Rohrbach aveva conquistato il cuore del divo di "The Wolf of Wall Street", ma la loro relazione, appena giunta al termine, è durata meno di un anno. 
Oltre ad essere una top model per la rivista Sport Illustrated e ha avuto piccole parti in serie tv come "Due uomini e mezzo", "Rizzoli & Isles" e "The PET Squad Files". Al cinema la vedremo insieme a Jesse Eisenberg e Kristen Stewart nel prossimo film di Woody Allen, che non ha ancora un titolo.

lunedì 4 gennaio 2016

Il Segreto, la new entry Alicia: "Non passerò inosservata al pubblico"

Nuovi intrighi all'orizzonte per i fan de "Il Segreto", che domenica 3 gennaio su Canale 5 ha tenuto incollati al piccolo schermo 4 milioni e 524 mila spettatori, pari al 18.05% di share. A portare scompiglio nella soap arriverà Alicia (Paula Cancio), che metterà a dura prova l'amore tra Aurora (Ariadna Gaya) e Conrado (Ruben Serrano). "La comparsa del mio personaggio non passerà inosservata al pubblico che segue la soap" ha dichiarato l'attrice a Vero.

"E' stata una bella sfida interpretarla, è un ruolo stimolante - ha aggiunto l'attrice spagnola - E' una donna ambiziosa, capace di qualsiasi cosa per raggiungere i suoi scopi e riprendersi ciò che la vita le ha tolto. Io sono decisamente diversa da lei. In comune abbiamo un non so che di misterioso e uno sguardo molto penetrante, almeno a detta degli altri".
L'inserimento in un cast giù affiatato non è stato un problema perché "attori e tecnici sono abituati all'entrata e all'uscita di scena dei personaggi e sanno come farti sentire a casa. C'è molto feeling e questo aiuta, soprattutto quando abbiamo dovuto girare all'aperto quest'inverno, con temperature sotto lo zero. Sotto i vestiti di scena portiamo camicie, calze, calzini e tutto ciò che tiene caldo. Per questo sembriamo più cicciottelli nelle scene girate in esterna".
Come il collega Iago Garcia, anche la Cancio si è innamorata dell'Italia "se potessi scegliere un posto dove perdermi, sceglierei sicuramente il vostro Paese" e dei suoi talenti cinematografici "vorrei lavorare con Toni Servillo: sono rimasta affascinata dalla sua interpretazione ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino"

Celine Dion canta "Hello" di Adele: ma i fan difendono l'originale

Emozione sul palco. Celine Dion rende omaggio ad Adele cantando a capodanno "Hello", hit del momento della cantante inglese. Celine Dion ha sorpreso il pubblico di Las Vegas dicendo: 

"Mi piacerebbe che Adele facesse parte del nostro Capodanno, ma state calmi, non è qui con noi".   La cantante canadese ha incantanto i suoi fan con la cover, ma su web i fan di Adele difendono l'originale

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